L’avvento dei modi digitali ha cambiato radicalmente il modo di fare radio, il trasporto digitale della voce ha reso immediata l’interconnesione delle stazioni di tutto il globo tramite internet. Ma se da un lato la distanza fisica tra due luoghi non è più un elemento di difficoltà, la corretta configurazione della radio è spesso una vera sfida. In particolare, la natura commerciale dei modi digitali più diffusi, la difficoltà tecnica combinata alla scarsità di informazioni, e i vincoli di brevetto sulle tecnologie di codifica hanno finora tenuto a freno la sperimentazione sui modi digitali, relegandola a mero uso o a limitati esperimenti di interconnessione di sistemi diversi.
Questo panorama è destinato ad un cambiamento imminente, infatti il protocollo nascente M17 si sta affermando come alternativa open source e guidata dalla comunità ai modi digitali preesistenti. M17 è sviluppato da radioamatori per radioamatori, è trasparente e ben documentato, e incorpora il vocoder open source codec2. Attualmente però non esistono radio commerciali in grado di modulare il protocollo M17, anche se esistono molte alternative sviluppate dalla comunità, come il TNC3, M17Client e Module 17, senza considerare la possibilità di modulare e demodulare su PC tramite SDR.
Una buona spinta all’adozione di una nuova tecnologia è sempre data dalle infrastrutture disponibili. Attualmente l’ultima versione software della piattaforma MMDVM supporta nativamente M17, questo permette di creare facilmente ripetitori compatibili con M17, o di rendere compatibili con la tecnologia ripetitori pre-esistenti, infatti M17 funziona bene su sistemi MMDVM in grado di modulare DMR.
Il protocollo, però è ancora nella fase di crescita graduale in cui poche persone possiedono un dispositivo compatibile, quindi pochi manutentori investono in ripetitori e hotspot basati su M17.
Un modo per invertire questo ciclo di retroazione sarebbe l’adattamento di un modello di radio a basso costo già presente sul mercato al nuovo protocollo M17. Attualmente questa possibilità viene offerta dal firmware open source OpenRTX per le radio TYT MD380, MD390, MD-UV380, MD-UV390 e rispettivi cloni. Queste radio però utilizzano un baseband discreto ottimizzato per il protocollo DMR e non facilmente riconvertibile ad altri protocolli. OpenRTX, per riuscire a modulare M17, ha bisogno di fornire al microcontrollore della radio accesso diretto a microfono, altoparlante e segnale di baseband della radio. Sulle MD3x0 e MD-UV3x0 questi percorsi non sono presenti e vanno creati tramite una modifica hardware.
OpenRTX quindi permette di riusare una radio dal costo inferiore al centinaio di euro, per modulare un protocollo che la radio non è stata progettata per modulare. E questo permette in teoria di implementare qualunque altro protocollo che rientri nella larghezza di banda del modulatore originale, il tutto eseguito in software nel microcontrollore della radio stessa. Sarà quindi possibile implementare il supporto in trasmissione e ricezione a protocolli come APRS, SSTV e P25.
Disporre di una radio a basso costo e portatile su cui poter eseguire liberamente il proprio codice apre le porte ad un nuovo modo di fare radio, in cui per poter sperimentare non è più necessario acquistare l’ultimo modello di radio. In cui le idee ed il lavoro del singolo possono essere condivise con tutta la comunità. Un esempio di funzionalità aggiunto dalla comunità a OpenRTX è il tracciamento dei satelliti Low Earth Orbit (LEO) con correzione dell’effetto doppler, implementato da Mike McGinty.
La sperimentazione non deve necessariamente fermarsi alla radio stessa ma può estendersi a tutto l’ecosistema. Essendo sia il protocollo, che i ripetitori, che le radio sviluppate dalla comunità, nulla impedisce di creare sistemi di auto-discovery dei ponti ripetitori disponibili, aggiornamento del firmware On-The-Air tramite il download in modalità dati dal ripetitore, scambio di immagini e registrazioni audio, interconnessione dinamica direttamente dal menu della radio. Le possibilità sono molteplici.
Dove non sarà possibile arrivare tramite implementazioni software, si arriverà con la creazione di piattaforme radio personalizzate. I casi d’uso per un dispositivo hardware sono diversi e molteplici, dalla radio portatile alla radio veicolare, al ripetitore, al modem per l’Internet of Things. il progetto OpenRTX sta sviluppando una piccolo scheda modem che possa essere integrata tramite schede di espansione in tutti i casi sopracitati. Il progetto si chiama RadioCard ed sarà costruito nel fattore di forma chiamato M.2, comunemente in uso negli SSD per laptop e nei modem Wi-Fi e WWAN.
Da questo grande potenziale di sperimentazione possono nascere quindi interessanti innovazioni, pronte a cambiare e espandere il nostro modo di fare radio. In questo processo basato sulla comunità, gli interessi e le capacità di ognuno possono incanalarsi in un progetto più grande, dando la possibilità a ogni persona di esprimere al meglio le proprie skill. Al contempo, un progetto eterogeneo come questo non prevede confini netti tra le discipline, di conseguenza permette a tutti di espandere i propri orizzonti e di studiare e apprendere nuove capacità.
Se siete interessati al progetto ecco alcuni modi per entrare in contatto con noi:
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73 de IU2KIN
Niccolò Izzo <iu2kin@openrtx.org>